Il paziente digitalmente modificato

Il concetto di paziente digitalmente modificato non vuole delineare una specifica categoria psicopatologica come avviene, ad esempio, per le “nuove dipendenze”, ma piuttosto vuole fare riferimento a come mente e corpo si strutturano nell’interazione sempre più precoce e intensa con i mezzi tecnologici e col contesto che tali mezzi negli ultimi decenni hanno via via contribuito a delineare.
In questo contesto, agli studiosi del neurosviluppo, della psicologia e psicopatologia dello sviluppo, dell’identità e della coscienza, della psicoterapia, si pongono nuovi importanti quesiti: cosa accade alla soggettività in questo complesso contesto di forze e in questo flusso di dati? Qual è il destino degli abituali circuiti di regolazione emotiva e del sé sia top-down che bottom-up, a fronte delle risposte di azione reazione che il digitale attiva e allena proceduralmente? Qual è il destino della collezione compulsiva di immagini e video che catturano la realtà senza tradurla in memoria? Quale esperienza relazionale o quale tipo di contatto si può offrire ad un soggetto ingaggiato in specifiche modalità relazionali giocate nell’intrico tra reale e virtuale? Quale posizione terapeutica si può adottare in tali contesti? Che rapporto con il proprio corpo vissuto può essere prospettato ad un soggetto disabituato ad un suo utilizzo non mediato? Ecc.
Nella giornata di lavoro ci proponiamo di dar forma a questi e altri interrogativi che insorgono di fronte al mondo digitalmente modificato interpellando anche esperti provenienti da altri orientamenti.